Il linfodrenaggio manuale é una particolare tecnica di massaggio che ha principalmente un’azione drenante sui tessuti. Pertanto viene utilizzato nel trattamento degli edemi.
Tecnica inventata da E. Vodder (1950) e attualizzata e resa molto più efficiente da Didier Tomson (CHUV - Università di Losanna) grazie agli studi sui pazienti effettuati con la linfofluoroscopia negli ultimi anni.
Linfodrenaggio Manuale
Linfodrenaggio Manuale
La tecnica del linfodrenaggio manuale prevede una precisa manualità applicata sul corpo del paziente. Vengono utilizzati sfioramenti, movimenti circolari o a pompa che, modificando la pressione dei tessuti, esplicano la loro azione nel migliorare la circolazione della linfa.
Il linfodrenaggio manuale consiste in una combinazione di movimenti circolari, ruotanti e ovali, piccoli e grandi, profondi e superficiali, in cui la pelle viene spinta senza scivolare sopra di essa.
Questa tecnica di massaggio utilizza una pressione molto leggera sulla cute, quella che basta per spostare la pelle nelle due direzioni trasversale e longitudinale.
La tecnica del massaggio, per essere efficace, deve essere eseguita correttamente rispettando sia la direzione di flusso della linfa verso le stazioni linfonodali, sia la pressione nelle diverse manovre, adattate al paziente e alle caratteristiche del tessuto.
L’effetto del linfodrenaggio manuale consiste in gran parte in una eliminazione meccanica dal tessuto dei liquidi in eccesso e degli elementi in essi esistenti.
Pertanto viene utilizzato principalmente per ottenere un effetto di riassorbimento degli edemi, soprattutto degli arti, formatosi, per esempio, in seguito ad asportazione dei linfonodi, come l’edema dell’arto superiore dopo mastectomia.
Il linfodrenaggio manuale stimola il moto linfatico, porta ad un aumento della capacità di trasporto della linfa.
Il Linfodrenaggio manuale rappresenta la terapia d'elezione nell'approccio fisioterapico di Linfedemi primari e secondari, ma notevoli sono le indicazioni in cui il linfodrenaggio può essere inserito come terapia associata/complementare a quella fisioterapica e/o farmacologica al fine di favorire una più rapida risoluzione della patologia o ridurne i sintomi correlati. Sempre maggiori sono le richieste di utilizzo di questa tecnica in particolare in caso di:
Linfodrenaggio Manuale
Linfodrenaggio Manuale
Linfedema primario: I l linfedema ereditario appare fin dalla nascita ed é caratterizzato da un mal funzionamento dei vasi linfatici, che causa una dilatazione anomala e un’insufficienza valvolare. Con la persistenza del linfedema s’instaura una fibrosi nello spazio interstiziale, normalmente a livello sub-cutaneo. In questo tipo di linfedema appare la linfagectasia, che é un fattore caratteristico del linfedema congenito, causante l’insufficienza valvolare e in seguito l’ulteriore peggioramento nella circolazione linfatica.
Il linfedema congenito-ereditario degli arti inferiori é il più comune e si può presentare con le stesse caratteristiche del linfedema precoce, vale a dire con l'aumento considerevole del volume dell'arto. La pelle, a livello dell’edema, é soggetta a lesioni traumatiche e infezioni. Nel linfedema primario la forma congenita é chiamata sindrome di Nenne-Milroy; la forma più tardiva la sindrome di Meige.
Insufficienze venose (ulcere venose), vasculiti, claudicatio, flebostasi costituzionali, disturbi circolatori a carico del microcircolo, interventi di chirurgia vascolare (stripping, safenectomie)
Malattie tumorali, interventi chirurgici con asportazione dei linfonodi e radioterapia (mastectomia, prostatectomia, linfangiosi cancrenosa..….). Nel caso delle malattie tumorali, il problema dell’edema insorge a seguito dell’intervento di asportazione della massa tumorale, soprattutto se viene praticata un’asportazione massiva che comprende anche i linfonodi circostanti. In questi casi, venendo a mancare le stazioni linfonodali, si instaura col tempo un ristagno di linfa nell’arto che determina l’edema. Spesso anche la radioterapia provoca danni e lesioni ai linfonodi determinando lo stesso risultato. In casi di linfedemi importanti è necessario un intervento tempestivo, che si compone di una terapia d’attacco (linfodrenaggio eseguito anche quotidianamente) e di una successiva terapia di mantenimento (una volta a settimana, oppure ogni 15 giorni o una volta al mese a seconda del caso). Durante la terapia d’attacco, se si rileva un edema importante, si applica anche il bendaggio compressivo.
Traumi articolari e muscolari, distorsioni, lesioni tendinee, legamentose, esiti di fratture, interventi di endoprotesi, sindrome algodistrofica di Sudek, colpi di frusta, artrosi, discopatie, lombosciatalgie, cervicalgie, sindrome da conflitto a carico dell'articolazione scapolo-omerale
Lipoedema o cellulite: grazie ad un ad un apposito programma, in 4 settimane intensive si possono ottenere degli ottimi risultati con una riduzione della circonferenza della zona interessata.
Arteriopatia obliterante: nella fase terza di questa malattia si sviluppano importanti edemi che peggiorano il quadro clinico.
Post interventi di chirurgia plastica o estetica (liposuzione, lifting, blefaroplastica, rinoplastica, cheloidi, innesti e trapianti di cute), dermatiti, eczemi, acne rosacea e vulgaris.
Patologie reumatologiche, poliartriti, artrite reumatoide, morbo di Bechterew.
Infiammazioni croniche delle vie respiratorie: sinusite, raffreddore cronico, bronchite cronica e asmatica, otite e tonsilliti ricorrenti ( bambini "linfatici").
Acufeni, Labirintiti, Sindrome di Menière.
Patologie a carico del tessuto connettivo (sclerodermia, LES - lupus erythematosus) e del pannicolo adiposo (Lipedemi, lipoedemi localizzati, edema ciclico idiopatico, PEFS, cellulite).
Patologie del SN centrale e periferico, commozione cerebrale, emicrania e cefalea, nevralgia del trigemino, paresi facciale, apoplessia, sclerosi multipla.
Distonie neurovegetative (Stipsi, stress, sindrome premestruale).
Bendaggio elastocompressivo
Il bendaggio rappresenta l’elemento fondamentale del programma terapeutico del linfedema ed è indispensabile che venga sempre associato ad ogni altro tipo di terapia decongestiva. L’azione del bendaggio è quella di stimolare il flusso linfatico e di favorire il drenaggio venoso attraverso il potenziamento dell’attività muscolare. Quando il bendaggio viene applicato in più strati sull’arto “gonfio” forma una sorta di guscio semirigido esterno ai tessuti edematosi. La contrazione muscolare durante il lavoro, le attività domestiche o la ginnastica in palestra, determina un aumento di pressione al di sotto del guscio. I tessuti edematosi che si trovano tra i muscoli contratti e aumentati di volume e il guscio esterno vengono compressi e svuotati dal liquido in essi contenuto.
Una vota che linfoedema si è ridottosi consiglia di calzare delle speciali calze o bracciali compressivi su misura creati dall’ortopedico, che permettono di avere una compressione durante il giorno e ridurre quindi la probabilità che si sviluppi di nuovo il linfedema.